Gerascofobia e paura di invecchiare

Gerascofobia: perché abbiamo paura di invecchiare

“La giovinezza è l’unica cosa che valga la pena possedere”

scriveva Oscar Wilde ne Il ritratto di Dorian Gray, il celebre romanzo in cui un uomo di grande bellezza, grazie a un oscuro sortilegio, riesce a mantenere il suo aspetto immutato per lunghissimo tempo mentre ogni segno che sarebbe dovuto comparirgli sul volto, esito di vecchiaia ed eccessi, finiva per depositarsi invece sul suo ritratto conservato segretamente in una stanza chiusa, lontano da ogni occhio.

Del resto, donne e uomini, prevalentemente nella cultura occidentale e con sfumature sicuramente differenti, hanno da sempre paura di invecchiare.

Tale tendenza si è sicuramente manifestata in modo più acceso in alcuni specifici periodi storici, caratterizzati più di altri dall’enfasi data all’aspetto, allo sfarzo, alla competizione estetica, esattamente come accade oggi, e in particolari all’interno di ceti sociali più liberi, per possibilità di tempo e denaro, di concentrarsi sulla cura di sé e l’osservazione degli effetti del tempo sul proprio corpo.

Ma non solo per un fattore edonistico legato alla piacevolezza del corpo, dunque alla sua capacità di sedurre ed esercitare influenza e attrazione su chi lo ammira per cui la perdita dell’avvenenza fisica è equiparabile a una diminuzione di potere e quindi di autostima, la paura di invecchiare è sostenuta molto anche dall’angoscia di morte presente in ogni persona, che si può alimentare nel tempo iniziando a cogliere come il corpo e la mente inizino sempre più ad essere meno performanti rispetto ai consueti standard della persona.

Che cos’è la gerascofobia

Avere paura di invecchiare, di non essere più attraenti, di non essere più forti e scattanti mentalmente e fisicamente e, come paura principe, temere di morire, è considerato assolutamente frequente e “normale”, entro certi limiti.

Per gerascofobia, infatti, si intende una fobia specifica caratterizzata da persistente, esagerata e ingiustificata paura di invecchiare. Essa è spesso accompagnata dal timore di ritrovarsi abbandonati, di perdere il proprio ruolo lavorativo e sociale, diventando incapaci di provvedere a se stessi in vecchiaia e può spingere addirittura a un ricorso precoce ed esagerato alla chirurgia plastica, come tentativo di trattenere a sé il più a lungo possibile sembianze giovanili, rinnegando il trascorrere del tempo e provando a superare ogni limite biologico. Non a caso, l’American Society for Aesthetic Plastic Surgery ha registrato nel 2013 un aumento degli interventi chirurgici negli Stati Uniti del 279% rispetto al 1997.

La gerascofobia, come spesso accade per altre fobie specifiche, è spesso associata ad altre sintomatologie psichiatriche, come disturbi d’ansia, depressivi e a un generale vissuto di assenza di realizzazione personale.

Anche alcuni disturbi di personalità vengono sovente riscontrati nelle persone affette da tale condizione: sembra infatti che il disturbo di personalità più frequente tra questi soggetti sia quello Narcisistico, caratterizzato tra i vari sintomi appunto da un senso grandioso di sé e dal desiderio di ammirazione, e quello Istrionico, in cui spesso la persona si serve dell’aspetto fisico per attirare l’attenzione su di sé.

La gerascofobia nella società

Nella nostra società tale fenomeno è largamente diffuso: la bellezza giovanile è infatti centrale e gli interventi di chirurgia estetica sono in continua evoluzione per soddisfare le sempre maggiori e difficili richieste di utenti che desiderano migliorare il proprio aspetto e apparire più giovani.

La società mediatica in cui viviamo, inoltre, enfatizza la ricerca della bellezza e della giovinezza, tant’è che sono sorti numerosi movimenti di protesta di attrici (e non solo) che accusano le industrie cinematografiche di escluderle una volta iniziato ad essere visibile il decadimento fisico e di ridurre nelle produzioni spazi, scene e ruoli riservati ad attrici mature.

Tali messaggi hanno creato, non solo in chi sta invecchiando, un atteggiamento diffuso nella nostra società  dell’immagine e della competizione di implicito rigetto verso l’anziano o verso chi non è più attraente e in grado di eccezionali performances (lavorative, sportive, sessuali, ecc.).

Come reagire alla paura di invecchiare

Oltre a lavorare sui modelli diffusamente proposti dai media è necessario in primis costruirsi una forte autostima che sia, per quanto possibile, indipendente da canoni di bellezza e produttività irrealistici, accettando quanto di buono ogni fase della vita porta con sé e lasciando serenamente andare ciò che apparteneva a uno stadio precedente.

Consoliamoci pensando che, alla fine, questa è una paura che ha sempre accompagnato l’uomo. Il poeta Mimnermo, nel VI secolo a.C., scriveva: “Arriva la dolorosa vecchiaia, che rende l’uomo sgradevole e brutto, sempre funeste angosce lo opprimono nell’animo, né lo rallegra vedere la luce del sole, ma è odioso ai ragazzi e disprezzato dalle donne”.

A cura di Anna Galtarossa

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