Lo sport nella terza età

L’importanza dello sport nella terza età

Gli stereotipi e i pregiudizi portano tendenzialmente a pensare che lo sport nella terza età non si praticabile. Quando si pensa ad una persona anziana si pensa comunemente ad un generale declino psicofisico non compatibile, nell’immaginario comune, con una sana attività sportiva. Una leggenda da sfatare.

Lo sport nella terza età è assolutamente praticabile. Esistono vere e proprie Olimpiadi di Centenari a cui partecipano migliaia di anziani che gareggiano in numerose discipline sportive. .

I benefici dello sport in terza età

L’attività fisica e motoria porta numerosi benefici a livello sia fisico che psicologico a qualsiasi età. Questo vale certamente anche per l’età senile.

A livello fisico praticare una regolare attività sportiva, anche non agonistica, aiuta a prevenire l’insorgenza di malattie e permette di godere di un migliore stato di salute sul piano generale. L’attività fisica rende il proprio corpo più resistente all’affaticamento, contribuisce mantenere bassa la pressione sanguigna, più elastiche le arterie e riduce il rischio connesso ai depositi lipidici.

A livello psicologico fare sport fa bene all’umore e abbatte di circa la metà il rischio di cadere vittima di ansia e depressione. Se l’attività fisica è praticata in un contesto sociale e relazionale, i suoi effetti positivi sono ancora più marcati. Tra gli effetti primari vanno rilevati l’incremento delle opportunità di socializzazione e l’incremento del senso di autostima e autoefficacia percepita dall’anziano in buone condizioni fisiche.

Terza età e psicologia dello sport – o della motivazione,

Un dato interessante riguarda il numero crescente di anziani che si rivolgono a psicologi dello sport per incrementare le proprie prestazioni sportive.


Si tratta di atleti a tutti gli effetti che scelgono di intraprendere un percorso di allenamento mentale da affiancare al quotidiano allenamento fisico.

Si è in presenza in questo caso di persone che entrano nella terza età non con spirito di rinuncia ma col desiderio di lanciare una nuova sfida. Una sfida a se stesse, ai propri limiti, alle condizioni dettate dalla natura e dal tempo, ma spesso anche dalla cultura e dai pregiudizi.

Le ricadute benefiche nella vita di tutti i giorni.

La cosa più interessante è che questo processo di allenamento – fisico e mentale- e questo senso di disciplina possono essere esportati con successo al di fuori del contesto sportivo. E avere ricadute benefiche nel corso di scelte vitali e processi decisionali quotidiani.

A cura di Adriano Legacci e Anna Galtarossa

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